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In questo articolo cercheremo di dare tutte le risposte alle domande sulle otturazioni dentali: il trattamento odontoiatrico più conosciuto al mondo e utilizzato da almeno 9000 anni, come rivelato da scavi archeologici nella valle dell’Indo in Pakistan, per curare e restaurare un dente cariato.

Dopo aver rimosso la parte danneggiata del dente, il dentista inserisce un materiale di riempimento nella cavità risultante, per proteggere il dente da ulteriori danni e ripristinarne la morfologia.

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Quanti tipi di otturazioni dentali esistono?

Avrai sicuramente sentito il tuo dentista, durante una visita, dire alla sua assistente una serie di numeri accompagnati da termini misteriosi, come ad esempio: “Quindici seconda distale” oppure “Undici quinta vestibolare”. 

Tranquillo, non sta dando i numeri. Andiamo a svelare il mistero!

In campo odontoiatrico, viene utilizzato un sistema di numerazione utilizzato in tutto il mondo, definito International Standards Organization Designation System (ISO System), per il quale la bocca viene divisa in quattro quadranti, partendo dal quadrante in alto a destra, che sarà il primo quadrante, mentre il quadrante in alto a sinistra, sarà il secondo quadrante; inferiormente, il quadrante in basso a sinistra, sarà il terzo e il quadrante in basso a destra, il quarto. Questo per la dentizione permanente. Per la dentizione decidua, si utilizza lo stesso sistema, numerando i quadranti da 5 a 8.

I denti vengono invece numerati da 1 a 8, partendo dall’incisivo centrale.

Le superfici dei denti vengono invece definite a seconda della posizione.

La superficie “mesiale” è quella rivolta verso la parte anteriore della bocca, mentre quella “distale” è quella rivolta verso la parte posteriore; insieme formano i margini laterali del dente. La superfice “occlusale” e quella “incisale” sono la parte della corona che è in cima al dente, ovvero la parte “masticante”; mentre la superfice “cervicale” è quella rivolta verso la gengiva. Abbiamo poi la superfice “vestibolare”, che è quella rivolta verso le guance, e le superfici “palatale” e “linguale” che sono le superfici rivolte rispettivamente verso il palato, nell’arcata superiore, e verso la lingua, nell’arcata inferiore.

Le lesioni cariose, a loro volta, vengono classificate a seconda del punto del dente in cui si sono formate. Anche questa classificazione, definita Classificazione di Black, viene utilizzata a livello mondiale.

Le classi di Black sono 5 e sono presentate in questo modo:

  • Classe I: lesione cariosa nella superficie occlusale dei molari e dei premolari.
  • Classe II: lesione cariosa nella superficie interprossimale (tra due denti) dei molari e dei premolari, abitualmente definita “carie interdentale”.
  • Classe III: lesione cariosa nella superficie interprossimale dei denti anteriori (incisivi e canini), senza coinvolgimento del margine incisale.
  • Classe IV: lesione cariosa nella superficie interprossimale dei denti anteriori, con coinvolgimento del margine incisale.
  • Classe V: lesione cariosa nella superficie cervicale di qualunque dente, detta anche “carie del colletto”.

Questo sistema di classificazione è utile per specificare la posizione e l’estensione della carie, nonché il tipo di otturazione necessaria per curare il dente.

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Quando è necessaria un’otturazione dentale?

Spesso si rimanda l’esecuzione di un’otturazione dentale perché “il dente non fa male”, ma rimandare la cura di una carie è la prima causa di mal di denti improvviso, poiché la carie tende ad espandersi fino a raggiungere la polpa dentale.

Un’otturazione dentale è necessaria quando il tessuto dentale è stato danneggiato a causa della carie, creando una cavità che deve essere riempita per ripristinare la funzione e prevenire ulteriori danni.

Se la carie non viene trattata, può progredire e intaccare polpa dentale, causando pulpiti o necrosi della polpa con ascesso. In questo caso, sarà necessario un trattamento endodontico, ossia una cura canalare.

Che materiali si usano per fare un’otturazione dentale?

Vi sono diversi materiali che possono essere utilizzati per l’otturazione dentale, tra cui l’amalgama, l’oro coesivo (ormai in disuso), i cementi vetro-ionomerici (CVI) e le resine composite.

L’amalgama dentale, utilizzata sin dal 1800, è ormai quasi in disuso principalmente per due motivi: il primo motivo è quello estetico, dal momento che le otturazioni in amalgama sono scure; mentre il secondo dipende dal fatto che, per realizzare un’otturazione in amalgama va creata una grossa cavità ritentiva, che demolisce gran parte del dente non intaccato dalla carie. L’amalgama viene ancora utilizzata perché è molto più economica, rispetto alle resine composite.

I cementi vetro-ionomerici vengono utilizzati soprattutto in odontoiatria pediatrica, per la loro facilità d’uso e per il fatto che non risentono della presenza della saliva, al contrario delle resine composite, e non è necessario isolare il dente con la diga di gomma, il che rende più semplice effettuare otturazioni sui denti decidui.

Il materiale più utilizzato per le otturazioni è il composito dentale. I compositi dentali sono composti da una miscela di resine acriliche e nanoparticelle di silice e quarzo, che conferiscono al materiale una durezza e un’elasticità simile a quella del dente naturale.

I compositi dentali sono molto meno invasivi rispetto all’amalgama poiché richiedono meno rimozione di tessuto dentale sano, in quanto aderiscono chimicamente e meccanicamente alle superfici del dente.

Il materiale è di tipo plastico, disponibile in vari gradi di viscosità. Questo per consentire la modellazione di solchi e cuspidi e il perfetto riempimento di cavità anche molto piccole.

Inoltre sono disponibili in diverse tonalità, in modo da adattarsi perfettamente al colore del dente e garantire così l’estetica dell’otturazione.

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Come viene eseguita un’otturazione dentale?

Dopo aver eseguito l’anestesia, il dentista posizionerà la diga dentale: un sottile foglio di lattice o nitrile, che viene posizionato intorno ai denti per isolare l’area di lavoro durante alcuni trattamenti odontoiatrici.

La diga dentale viene fissata ai denti utilizzando piccoli morsetti di metallo, in modo da creare una barriera che impedisce alla saliva e al sangue di contaminare l’area di lavoro e protegge la bocca del paziente dalle sostanze chimiche e dagli strumenti utilizzati durante la procedura.

Dopo aver fissato la diga, il dentista procederà con la rimozione del tessuto dentale cariato e con la detersione della cavità appena creata. Nel caso di carie interdentali, viene posizionata una matrice sulla quale verrà ricostruita la parete mancante del dente.

Verrà poi applicato un gel mordenzante, che serve a demineralizzare leggermente la parte di dente esposta.

Dopo aver sciacquato il gel mordenzante, il dente viene asciugato perfettamente e si procede con l’applicazione del bonding o adesivo, un liquido resinoso che funge da ponte tra il dente e il materiale da otturazione. Grazie alla mordenzatura appena eseguita, il “bonding” penetra nel tessuto dentale creando un’adesione chimica e meccanica.

L’adesivo viene poi esposto per pochi secondi alla luce di una particolare lampada UV fotopolimerizzante, che trasforma il liquido resinoso in un sottilissimo strato vetroso.

A questo punto, il dentista comincia a “stratificare” la resina composita, utilizzando tipi di compositi diversi a partire dal fondo e dalle pareti laterali della cavità.

Ogni strato di composito viene polimerizzato, prima di procedere all’applicazione dello strato successivo.

Si prosegue con la stratificazione fino a modellare l’otturazione dandole la forma del dente.

Alla fine della modellazione, l’otturazione viene rifinita con frese diamantate o speciali frese in gomma di varie durezze.

Una volta rimossa la diga di gomma si effettua il check occlusale con una “cartina di articolazione”, una sorta di carta copiativa, che lascerà dei segni sui denti quando viene morsa, in modo da controllare che i contatti occlusali siano corretti.

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Qual è la differenza tra otturazione e ricostruzione dentale?

L’otturazione dentale è la procedura in cui la cavità derivante da una carie viene riempita con un materiale restaurativo, come l’amalgama o i compositi. L’otturazione è un intervento piuttosto semplice e viene impiegata per curare carie poco estese.

La ricostruzione dentale, invece, è una procedura più complessa che implica la ricostruzione di un dente molto danneggiato da carie, fratture dentali oppure usura.

I metodi con cui si effettua una ricostruzione dentale sono diversi e vanno dalla ricostruzione diretta in composito, effettuata in poltrona dal dentista, agli intarsi in composito o ceramica, realizzati dal laboratorio odontotecnico su specifiche del dentista.

Cosa fare e cosa non fare dopo un’otturazione dentale

Subito dopo l’otturazione dentale è sempre consigliato evitare di mordersi labbra, guance o lingua, poiché l’effetto residuo dell’anestetico potrebbe portarti a lacerare i tessuti, senza che tu te ne accorga.

Sempre per l’effetto residuo dell’anestetico, potresti non avvertire correttamente i contatti occlusali, ossia potrebbe sembrarti di “non chiudere bene i denti” oppure, al contrario, potresti non avvertire subito se ci sono contatti occlusali errati.

In questo caso, non devi “abituarti”, ma contattare subito il tuo dentista che provvederà in pochi minuti a ristabilire la giusta occlusione. Non ristabilendo i contatti occlusali corretti, la mandibola cercherà la posizione più comoda, ma questo porterà in breve a fastidi e dolori al dente trattato, perché subisce continuamente dei microtraumi.

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Quanto dura un’otturazione dentale?

Un’otturazione dentale può durare svariati anni se mantenuta correttamente. Tuttavia, con il tempo, l’usura, l’accumulo di placca e la masticazione le otturazioni dentali possono progressivamente danneggiarsi.

È fondamentale rimarcare che la durata di un’otturazione dentale varia da persona a persona e dipende dal tipo di materiale di utilizzato, dalla posizione del dente curato, dalle abitudini di igiene orale domiciliare, da eventuali abitudini viziate (come l’onicofagia), da eventuali disturbi dell’occlusione (come il bruxismo e le malocclusioni) e dall’entità del danno originale.

Regolari controlli dal dentista insieme ad una corretta igiene orale contribuiscono a mantenere le otturazioni dentali nelle migliori condizioni per un periodo di tempo maggiore.

Un’otturazione dentale è dolorosa?

Anche se l’esperienza del dolore varia da persona a persona, un’otturazione dentale non è dolorosa poiché la zona viene anestetizzata, prima del trattamento, con anestetico locale.

Si potrà percepire, al momento dell’anestesia, una leggera pizzicata che svanisce in pochi secondi, in quanto l’anestetico agisce immediatamente.

Quando l’effetto dell’anestesia diminuisce, è possibile avvertire sensibilità al dente curato. Questo fastidio di norma è momentaneo e può essere alleviato con antidolorifici, secondo le indicazioni del tuo dentista.

A volte però, quando la carie da curare era molto estesa, la sensibilità potrebbe non svanire o peggiorare. In questo caso, rivolgiti immediatamente al tuo dentista, perché probabilmente significa che è necessaria una terapia endodontica, ossia una devitalizzazione.

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Quanto costa un’otturazione dentale?

Il costo di un’otturazione dentale può variare a seconda di diversi fattori, tra cui l’estensione e la posizione della lesione cariosa, il dente da trattare, la complessità del trattamento necessario e il materiale utilizzato.

Se pensi di avere carie e necessiti di un’otturazione dentale prenota un appuntamento per una prima visita senza impegno, saremo lieti di accoglierti nel nostro Studio di Ostia Lido e sviluppare un piano di trattamento con un dettagliato preventivo di spesa specifico per le tue esigenze e con la possibilità di dilazionare il pagamento, fino a 20 rate senza interessi grazie a PagoDIL.

Per tutte le informazioni riguardanti le otturazioni dentali, visita il nostro sito alla pagina dedicata alla Conservativa.

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