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Un ascesso è una raccolta circoscritta di materiale purulento, ossia infetto, che si forma in una cavità chiusa a causa di un’infezione batterica. Nel caso dell’ascesso dentale, il pus si forma intorno alla radice del dente.

Spesso l’ascesso crea una fistola che porta il materiale infetto verso il cavo orale. La fistola è riconoscibile perché sulle gengive prende la forma di una pallina gonfia e arrossata, spesso con una punta bianca o giallastra.

Esistono fondamentalmente due tipi di ascessi dentali, definiti in base alla loro origine.

L’ascesso periapicale è un ascesso prettamente di origine dentale, e si forma a partire dall’apice radicolare.

L’ascesso parodontale, invece, è un ascesso che si forma, non dal dente, ma dalla tasca parodontale, nei soggetti affetti da parodontite, durante la fase acuta della malattia.

Gli ascessi dentali possono formarsi a qualsiasi età, ma sono più pericolosi quando si formano durante la dentizione decidua o mista, in quanto possono danneggiare i denti permanenti in formazione.

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Cause dell’ascesso dentale

In sintesi, gli ascessi dentali sono causati da un’infezione batterica della polpa dentale o dei tessuti parodontali. I batteri possono raggiungere alla polpa dentale per diversi motivi, andiamo a vedere quali sono.

Carie

Una carie non curata, arriva facilmente alla polpa del dente causandone la necrosi. Prima di causare la necrosi pulpare, la carie provocherà una pulpite, che provoca un forte dolore acuto e pulsante, per diversi giorni. Quando la polpa dentale infiammata non riceve più irrorazione sanguigna va in cancrena, in questo momento il dolore da pulpite cessa improvvisamente e il dente “sembra guarito”, in realtà è il momento preciso in cui si sta formando l’ascesso.

Otturazioni

Le otturazioni dentali possono infiltrarsi, ossia possono perdere il sigillo tra otturazione e dente formando un gap, uno spazio in cui i batteri cariogeni possono dare il via ad una nuova lesione cariosa.
Questo è il motivo per cui vanno fatti controlli periodici dal dentista, anche se non si avverte alcun fastidio. Un’otturazione infiltrata, può essere facilmente rimossa e ripristinata, senza arrecare ulteriori danni al dente.

Terapie canalari datate o incongrue

Come le otturazioni, anche le terapie canalari possono perdere il sigillo, soprattutto se sono molto datate o se il dente non è stato protesizzato con una corona dentale. Come pure può succedere che una terapia endodontica non sia arrivata a sigillare la radice del dente fino al suo apice, e lo spazio che rimane, tra sigillo e apice radicolare, può essere colonizzato dai batteri, causando così l’ascesso dentale.

Traumi

Un trauma ai denti può lesionare il fascio vascolo-nervoso che irrora la polpa dentale, causandone la necrosi.

Bruxismo

Anche i microtraumi causati dal bruxismo possono, alla lunga, lesionare il fascio vascolo-nervoso dentale, portando alla necrosi la polpa. Inoltre il bruxismo può causare fratture dentali, non immediatamente evidenti, che porteranno poi ad un ascesso.

Disodontiasi

La disodontiasi, ovvero il malposizionamento, dei terzi molari può portare ad ascessi tipici denominati “ascesso del dente del giudizio”, soprattutto quando il dente è parzialmente erotto.

Parodontite

La parodontite porta alla formazione di tasche gengivali, all’interno delle quali si deposita placca e residui di cibo, che possono infettare i tessuti parodontali causando un ascesso parodontale.

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Sintomi dell’ascesso dentale

I sintomi dell’ascesso dentale sono molto variabili, ma si può facilmente dire che ci si accorge di avere un ascesso per via del dolore sordo e continuo, alla mascella o alla mandibola, accompagnato da gonfiore più o meno evidente nella zona del dente interessato all’infezione.

Spesso può capitare che un ascesso dentale non provochi né dolore né gonfiore poiché, per via di una fistola gengivale o perché il dente infetto è aperto da una lesione cariosa, il pus viene drenato verso l’esterno, rallentando così il formarsi della tumefazione e della compressione dei tessuti che provocano dolore.

In breve, i sintomi di un ascesso dentale possono comprendere: dolore continuo, che tende ad acutizzarsi durante la masticazione; una certa sensibilità ai cibi e alle bevande calde o fredde; gonfiore localizzato alle gengive; tumefazione alla guancia, al pavimento della bocca o al palato; difficoltà nella deglutizione e nell’apertura della bocca; talvolta può esserci anche febbre.

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Terapia dell’ascesso dentale

Una volta effettuata la diagnosi di ascesso, l’odontoiatra prescriverà innanzitutto una terapia antibiotica mirata, per poi procedere al trattamento più indicato a seconda della causa dell’ascesso dentale.

Quando le condizioni lo permettono, il dentista può procedere anche all’incisione e al drenaggio della raccolta ascessuale, per alleviare i sintomi dolorosi.

La terapia antibiotica e il drenaggio dell’ascesso ridurranno la sintomatologia, dolorosa e questo porta molte persone a credere di aver risolto il problema.

In realtà, la problematica verrà solo procrastinata, in quanto gli ascessi dentali non scompaiono con il solo trattamento a base di antibiotici o con il drenaggio, ma tendono a riformarsi dopo un certo periodo. Per curare un ascesso dentale bisogna eliminarne la causa.

La terapia endodontica è il principale rimedio per tutti gli ascessi dentali causati da carie, otturazioni infiltrate oppure lesioni del fascio vascolo-nervoso.

Nel caso di ascessi causati da terapie canalari datate o incongrue, bisognerà procedere con un ritrattamento endodontico; ossia si dovrà rimuovere tutto il materiale utilizzato per chiudere i canali radicolari, procedere alla detersione e disinfezione, per poi sigillare nuovamente i canali radicolari.

L’estrazione del dente invece è la procedura più indicata quando l’ascesso colpisce un dente molto compromesso e non recuperabile, vale a dire con la corona dentale completamente distrutta, come nel caso di carie destruenti oppure di fratture dentali che coinvolgono anche la radice.

Anche nel caso di ascessi per disodontiasi dei terzi molari, l’estrazione del dente del giudizio è l’unica strada percorribile.

Quando invece l’ascesso è di tipo parodontale, se il dente non presenta eccessiva mobilità e non c’è stata troppa perdita ossea, si può procedere con uno scaling radicolare; in caso contrario, bisognerà procedere con l’estrazione del dente.

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Complicanze degli ascessi dentali

Il proseguire del processo infettivo, se non curato, può provocare a lungo termine notevoli danni, a volte permanenti, se non risultare addirittura mortale.

In primo luogo, l’infezione “distrugge” letteralmente l’osso intorno alla radice del dente, sia che si tratti di ascesso periapicale, che di ascesso parodontale, causando la mobilità del dente interessato e, se non si interviene, anche dei denti adiacenti, con il rischio di perdere elementi dentali perfettamente sani.

Quando l’ascesso dentale si verifica nei denti dell’arcata inferiore, una complicanza frequente può essere la linfoadenite, ossia l’infezione di uno o più linfonodi.

Se l’ascesso dentale si propaga ai tessuti circostanti causa una cellulite batterica, da non confondersi con il noto problema estetico, poiché in questo caso si tratta di un’infezione batterica alquanto pericolosa che colpisce il tessuto connettivo ed è caratterizzata da una severa infiammazione della cute e del sottocute.

Una complicanza della cellulite batterica è la fascite necrotizzante, un quadro clinico molto pericoloso potenzialmente letale che consiste nella diffusione dell’infezione attraverso la fascia superficiale e profonda dei tessuti molli sottocutanei.

La diffusione di un ascesso dentale dei denti dell’arcata superiore può evolvere in sinusite batterica, quando l’infezione si propaga nel seno mascellare. Se non trattata, questa infezione può provocare la trombosi del seno cavernoso, una vena che si trova alla base del cranio e che drena il sangue dalle vene del viso.

La trombosi del seno cavernoso è un’infezione gravissima che, se non diagnosticata immediatamente, può risultare letale, nonostante la terapia con antibiotici; o provocare danni, anche permanenti, alla vista, come può ridurre la funzionalità dell’ipofisi o causare ictus.

Anche se fortunatamente molto rara, la complicanza più grave è la setticemia, ovvero la diffusione dell’infezione a tutto l’organismo attraverso il sangue. La setticemia può essere rapidamente fatale, motivo per cui non bisogna mai sottovalutare nessuna infezione, neanche quelle dentali.

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Come prevenire un ascesso dentale

La prevenzione degli ascessi dentali segue le stesse regole per la prevenzione di tutte le patologie orali e dentali: una corretta igiene orale domiciliare e, almeno una volta all’anno, una visita dentistica di controllo e una seduta di igiene dentale professionale.

La frequenza dei controlli periodici dovrà essere ridotta a sei, quattro o tre mesi, su consiglio del proprio dentista, se si soffre di parodontite; se si è particolarmente cariorecettivi; se sono presenti otturazioni dentali datate, corone e ponti dentali e se ci sono denti devitalizzati.

Seguire questa piccola regola non solo aiuterà a prevenire l’eventuale formazione di ascessi dentali, ma aiuterà a prevenire anche la formazione di lesioni cariose e l’acutizzarsi della malattia parodontale.

Se hai vecchie otturazioni, corone o ponti datati, se soffri di parodontite oppure se hai dolore o fastidio ai denti, prenota una visita senza impegno presso il nostro Studio di Ostia Lido, e saremo lieti di valutare insieme a te tutte migliori alternative per la risoluzione del tuo problema.

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