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Tutti sanno quanto siano fondamentali i denti, non solo per la salute di tutto l’organismo, ma anche per l’immagine che trasmettiamo agli altri, ma non tutti sanno come sono fatti i denti.

Conoscere più in dettaglio la struttura anatomica dei denti e del parodonto aiuta a capire l’importanza di una corretta igiene orale, di una sana alimentazione e dei controlli periodici dal dentista.

Andiamo quindi a conoscere insieme la struttura e la morfologia dei nostri denti.

Studio Dentistico Oriolo | Ostia Lido | Come Sono Fatti I Denti

Che cos’è un dente

I denti (dal latino “dentes”) sono organi che si trovano all’interno del cavo orale di quasi tutti i vertebrati, ad esclusione degli uccelli, delle tartarughe e di alcune specie di pesci.

Nei mammiferi, oltre ad avere come funzione quella di afferrare e masticare il cibo, hanno anche la funzione di contribuire alla mimica facciale e alla comunicazione non verbale, basti pensare agli animali che mostrano i denti come avvertimento o agli scimpanzé che ridono; esclusivamente nella specie umana, inoltre, i denti hanno l’importantissima funzione di contribuire alla fonetica.

L’uomo ha due dentizioni: una dentizione decidua, composta da 20 denti, e una dentizione permanente, composta da 32 denti. I denti cominciano a formarsi già nell’utero, a partire dall’ottava settimana di gestazione, sotto forma di gemme dentarie. Le gemme dentarie rimarranno tali per tutta la gravidanza e per i primi mesi di vita del bambino.

Nella dentizione decidua, per ogni arcata sono presenti quattro incisivi, due canini e quattro molaretti o premolari. Verso i sei anni di età inizia la dentizione permanente, con la sostituzione degli incisivi. La dentizione permanente si considera conclusa con l’eruzione dei premolari e dei secondi molari. L’eruzione dei terzi molari, o denti del giudizio, è molto variabile per quanto riguarda tempie modalità.

A dentizione permanente conclusa, avremo, per ogni arcata, quattro incisivi, due canini, quattro premolari e sei molari.

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La morfologia dei denti

Morfologicamente i denti sono composti da due parti:

La corona è la parte del dente che esce dalla gengiva e che si vede nel cavo orale. Come abbiamo visto prima, la forma della corona varia da dente a dente, ed è proprio per questa differenza di morfologia della corona alcuni denti si cariano più spesso di altri. I molari e i premolari, per la presenza di cuspidi che formano dei solchi nel tavolato occlusale, sono più facilmente soggetti a carie, per via della facilità di ritenere placca batterica.

La radice è la parte del dente che si ancora all’osso alveolare, tramite il legamento parodontale, al cui interno ci sono i canali radicolari nei quali passano vasi sanguigni e nervi.

Il colletto dentale è la linea di demarcazione tra corona e radice. Il colletto dentale è la zona dove si deposita più facilmente la placca, bisogna quindi eseguire le giuste manovre di spazzolamento per eliminare tutti i residui di placca batterica, per evitare gengiviti, carie e parodontite. La retrazione gengivale, causata da errato spazzolamento oppure dalla malattia parodontale, provoca la scopertura della giunzione tra corona dentale e radice, scoprendo parte della radice dentale, il che è causa di sensibilità dentale.

Perché i denti hanno forma diversa?

Ogni dente ha una sua forma peculiare, a seconda della funzione che deve svolgere.

Gli incisivi hanno un margine adatto a mordere e a incidere, appunto, il cibo. Sono fondamentali per la fonetica e per l’estetica. Basti pensare alla difficoltà di pronunciare alcune lettere, ad esempio la “esse”, quando mancano uno o più incisivi, come nei bambini quando perdono i denti da latte.

I canini sono i denti più lunghi che abbiamo, di forma conica e appuntita, hanno una radice molto lunga che dona loro una grande stabilità. La loro funzione è quella di strappare il cibo, anche se nell’uomo questa funzione è andata quasi del tutto persa, per il cambiamento delle abitudini alimentari. I canini hanno inoltre la funzione di “guida” per l’occlusione, guidando appunto lo scorrimento laterale della mandibola; e hanno una funzione estetica, in quanto la “bozza canina”, tiene sollevato il labbro superiore.

I premolari hanno caratteristiche in comune con i canini e con i molari. Sono di forma conica, con due cuspidi appuntite e un piano occlusale e la loro funzione è, insieme ai canini, quella di strappare il cibo; grazie al piano occlusale contribuiscono allo sminuzzamento del bolo.

I molari hanno la funzione, insieme ai premolari, di triturare il cibo, da cui il loro nome che deriva dal termine “mola”, con il quale vengono spesso chiamati. I molari sono di forma piuttosto cubica con un largo tavolato occlusale e quattro cuspidi taglienti, ad esclusione del primo molare inferiore che ne ha cinque. Hanno anche la funzione di mantenere la dimensione verticale dell’occlusione, salvaguardando la funzionalità dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e contribuendo all’estetica del viso.

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Di cosa sono fatti i denti

I denti non sono fatti né di osso, né di avorio, come molte persone credono, ma sono composti da quattro tessuti diversi che svolgono funzioni integrate tra loro, e, per questo, sono definiti “organi”.

Esternamente, troviamo due tessuti a rivestimento del dente, lo smalto, che ricopre la corona, e il cemento radicolare, che ricopre la radice.

Lo smalto è il tessuto più duro di tutto il corpo ed è composto principalmente di idrossiapatite. La sua funzione è quella di proteggere la dentina da fattori esterni che potrebbero danneggiare la polpa.

Il cemento radicolare, come lo smalto, ricopre la dentina radicolare, ma è molto sottile e non ha la stessa durezza dello smalto. Il cemento radicolare è poroso in quanto vi si agganciano le fibre del legamento parodontale, che articolano il dente all’osso alveolare. La connessione radice dentale e osso alveolare è una vera e propria articolazione, che consente al dente minimi spostamenti e torsioni, per ammortizzare le forze derivanti dalla masticazione.

Il legamento parodontale, una volta danneggiato, non può essere ripristinato e questo può portare, quando la maggior parte delle fibre del legamento parodontale vengono danneggiate, da traumi o dalla malattia parodontale, alla mobilità dentale.

Il secondo strato di tessuto dentale è la dentina, un tessuto di colore giallastro, che da il colore al dente. La dentina è attraversata dai “tubuli dentinali”, nei quali passano i filamenti di cellule chiamate “odontoblasti”, responsabili della sensibilità dentale.

Internamente, troviamo la camera pulpare dove c’è la polpa dentale, che la funzione di nutrire e ossigenare gli odontoblasti e, per questo motivo, all’interno della camera pulpare ci sono vasi sanguigni e nervi. Inoltre la polpa dentale, mantiene elastica la dentina. Quando il dente viene devitalizzato, infatti, la dentina perde elasticità e nutrimento, diventando disidratata e fragile, e rende il dente più soggetto a fratture, se non viene protetto con una corona dentale.

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Quali malattie colpiscono i denti e come evitarle

Le malattie che colpiscono i denti sono, fondamentalmente, la carie, la gengivite e la parodontite.

La carie è un processo patologico che, a causa degli acidi prodotti da batteri, distrugge i tessuti duri del dente, portando, se non curata, a pulpiti, alla necrosi della polpa dentale e, in seguito, ad infezioni o ascessi.

La gengivite è una patologia che colpisce la gengiva ed è causata dai batteri della placca dentale. Se non curata, può evolvere in parodontite.

La parodontite, comunemente chiamata “piorrea”, è una malattia che colpisce i tessuti intorno al dente, causata anch’essa dalla placca batterica. La parodontite non trattata porta alla perdita dei denti, in quanto distrugge l’osso intorno al dente e le fibre del legamento parodontale. Purtroppo il processo è irreversibile, vale a dire che non è possibile recuperare l’osso perduto, né tantomeno le fibre del legamento parodontale danneggiate. Le terapie contro la parodontite mirano esclusivamente a fermare o rallentare questo processo distruttivo.

Per evitare l’insorgere di queste patologie, il primo passo è l’igiene orale domiciliare: bisogna lavare correttamente i denti almeno tre volte al giorno, dopo i pasti, utilizzando sempre il filo interdentale, oltre allo spazzolino da denti.

Oltre all’igiene orale domiciliare, è raccomandabile effettuare controlli dentistici periodici e sedute di igiene dentale professionale periodicamente, una o due volte l’anno; o più spesso, quando si è particolarmente cariorecettivi o si soffre di malattia parodontale.

Se vuoi controllare lo stato dei tuoi denti e delle tue gengive, prenota una visita senza impegno presso il nostro Studio.

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